Se è vero che ogni cliente di una piscina merita la massima attenzione da parte di tutto il personale, dagli addetti all’accoglienza ai tecnici, questo lo è ancora di più quando si tratta di utenti particolari come quelli di cui parliamo.

I destinatari dei corsi di acquamotrcità fanno parte di una categoria che potremmo definire “speciale” perché particolarmente bisognosi di attenzioni, a patire dagli spazi che vengono loro messi a disposizione.

Si pensi, per esempio, agli spogliatoi destinati ad accoglier un pubblico di bambini che di certo non possono avere le stesse caratteristiche di quelli riservati ad utenti adulti.

Oppure alle vasche adibite ai corsi di acquaticità che naturalmente sono separate da quelle utilizzate per il nuoto libero, dovendo rispondere a caratteristiche strutturali completamente diverse.

Ma è soprattutto l’istruttore di acquaticità che deve possedere dei requisiti che vanno ben al di là delle specifiche competenze tecniche, che ovviamente non possono mancare.

Deve essere dotato di una particolare sensibilità ed empatia per rivolgersi a questa tipologia di pubblico che va dalle gestanti, ai bambini in età neonatale con i loro genitori, fino ai bambini nella fascia prescolare.

Le capacità relazionali sono senz’altro in parte innate ma devono essere poi sviluppate attraverso l’acquisizione di specifiche conoscenze, in modo da entrare a far parte del corredo di competenze dell’operatore di acquamotrcità che deve saper accompagnare i propri assistiti in un percorso che porterà loro a raggiungere determinati obiettivi.

Si tratta di una particolare categoria di utenti anche perché la condizione che li caratterizza è transitoria. Le gestanti diventano puerpere allo scadere del periodo di gestazione, quindi genitori di un bambino in età neonatale che, crescendo, entrerà nel periodo prescolare, con esigenze completamente diverse.

Gli obiettivi sono quindi differenti in ciascun corso. Nell’acquamotrcità prenatale si accompagna la gestante al momento del parto; nell’acquamotrcità neonatale si favorisce l’autonomia in acqua del bambino attraverso un supporto alla genitorialità; nell'acquamotrcità prescolare si contribuisce allo sviluppo motorio del piccolo praticante.

Insomma, le competenze che deve possedere l’istruttore di acquaticità sono ampie, in relazione del destinatario della sua proposta didattica e la capacità di relazionarsi con differenti sensibilità non è scontata e non può essere frutto di improvvisazione che andrebbe a discapito del risultato finale.

Ecco perché nei percorsi formativi che da oltre 25 anni offriamo agli operatori dell’acquamotrcità poniamo molta attenzione non solo all’apprendimento dei contenuti tecnici, ad opera di professionisti che operano nel settore da decenni, ma anche all’acquisizione degli strumenti ideali che possano consentire di sviluppare quelle capacità relazionali indispensabili soprattutto in un contesto come questo.

Obiettivo che riusciamo a perseguire grazie al contributo fondamentale di psicologi particolarmente esperti nella formazione su temi riguardanti l’età evolutiva.

Sono tre i corsi che proponiamo per ottenere queste competenze. Il Master di acquaticità prenatale, il Master di acquaticità neonatale ed il Master di acquaticità prescolare a cui è possibile aderire singolarmente oppure attraverso la sottoscrizione all’intero Percorso Formativo Consigliato che offre interessanti vantaggi.

Tutte le formazioni previste sono ripartite in lezioni teoriche in aula e pratiche in vasca, con la presenza anche di gruppi di bambini nella fascia d’età trattata, in modo da offrire l’opportunità di applicare immediatamente le tecniche insegnate e quindi favorire il processo di apprendimento.

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