E’ ormai assodato che un utilizzo più razionale degli spazi acqua all’interno di un impianto natatorio preveda una diversificazione del palinsesto delle attività proposte al pubblico, oltre alla classica scuola nuoto. 

Diventa così determinante ampliare la tipologia di utenza in base all’età, al genere, alle motivazioni, agli obiettivi a cui fornire le soluzioni più idonee a soddisfare le singole necessità, affiancando alle attività natatorie quelle cosiddette verticali in cui praticare fitness acquatico, acquamotrcità, rieducazione funzionale, anche tramite l’impiego di grandi e piccoli attrezzi.

Nel fitness acquatico, per esempio, è previsto l’uso dell’hydrobike piuttosto che dell’acquastep ma anche di manubri, bilancieri ed altri accessori opportunamente concepiti per contribuire ad incrementare una resistenza al movimento già generata dall’acqua stessa.

Esistono addirittura diverse tipologie di grandi attrezzi che permettono di trasformare una vasca in una vera e propria palestra acquatica, in cui la rieducazione motoria a seguito di un infortunio può essere proposta in modo ancora più efficace.

E poi c’è tutto l’ambito dell’acquamotricità grazie alla quale si raggiungono fasce di pubblico che vanno dalle gestanti ai bambini in età neonatale con i propri genitori, per poi terminare con quelli in età prescolare che per molti di essi rappresenta l’anticamera alla scuola nuoto.

Come si può facilmente notare si tratta di target molto differenziati fra loro, con caratteristiche e necessità specifiche che richiedono un approccio mirato e una proposta costruita sulla base dei singoli obiettivi raggiungibili.

Le gestanti lavorano con l’obiettivo del parto in vista del quale ricercano una preparazione in grado di accompagnarle nel periodo di gestazione, in un percorso che tenga conto delle diverse tappe che si susseguono nei nove mesi fino alla nascita del figlio. Hanno quindi esigenze particolari che devono essere rispettate in conseguenza delle modificazioni fisiche e ormonali che devono essere affrontate con la corretta preparazione.

Per i bambini in età neonatale lo scopo dei corsi di acquamotrcità è quello di assecondare e potenziale il fisiologico sviluppo motorio ma anche quello di permettere loro di raggiungere un elevato grado di sicurezza in acqua. A questo proposito non si dimentichi che, stando alle statistiche, la prima causa di morte per evento traumatico nei bambini di quell’età è proprio l’annegamento.

Risultati, questi, raggiunti attraverso un supporto alla genitorialità da parte dell’operatore che entra in relazione soprattutto con la figura genitoriale piuttosto che direttamente con il bambino, in quella triangolazione che vede i tre protagonisti interagire fra loro.

I bambini in età prescolare hanno generalmente già raggiunto una certa autonomia e avranno la necessità di sviluppare ulteriormente le loro capacità motorie, anche se non mancano, nei corsi di acquamotricità a loro dedicati, quelli che non provengono da un’attività precedente in acqua e che devono essere inseriti con maggiore gradualità all’interno di un gruppo più eterogeneo.

E’ evidente che in uno scenario del genere, che vede contesti molto diversi fra loro anche se accomunati dall’elemento acqua, il ruolo dell’operatore sia centrale e determinante per il successo di queste attività proposte in piscina.

Ma la preparazione che un istruttore deve raggiungere è piuttosto differenziata a seconda della collocazione che assume nel ruolo di operatore nelle attività in acqua per target così diversi.

Deve acquisire necessariamente competenze tecniche specifiche, senza scadere nell’improvvisazione che risulterebbe deleteria, ancor più considerando la fragilità dei singoli destinatari delle attività motorie di cui si parla.

Ma deve anche dotarsi di competenze psicologiche che vanno a potenziare quelle capacità relazionali che risultano spesso dirimenti tra un bravo istruttore ed uno mediocre. E, a questo proposito, non ci stancheremo mai di segnalare come spesso vengano preferiti proprio gli istruttori con migliori capacità relazionali rispetto a quelli più preparati dal punto di vista meramente tecnico.

Le eventuali lacune tecniche possono essere più facilmente colmate con un’opportuna formazione rispetto a quelle relazionali e questa consapevolezza orienta alla fine le decisioni di chi deve selezionare gli operatori da inserire all’interno del proprio organico.

Nella nostra pluridecennale esperienza di formatori abbiamo ben presente queste esigenze che da sempre ci hanno spinto a fornire soluzioni all’altezza delle aspettative dei professionisti del settore dell’acquamotrcità.

Sono infatti tre i corsi offerti al pubblico degli aspiranti acquamotricisti che consentono di raggiungere quella preparazione di base necessaria ad operare nei differenti contesti esaminati.

Il Master di acquamotrcità prenatale, rivolto a chi desidera lavorare con le gestanti proponendo loro attività in acqua adatte alle loro specifiche peculiarità, tenendo conto della naturale evoluzione nei nove mesi di gestazione. Corso che vede l’affiancamento di formatori ostetrici a quelli esperti in acquamotrcità prenatale, impegnati in sessioni teoriche e pratiche che hanno la finalità di fornire un quadro d’insieme delle metodiche proposte e delle ragioni fisiologiche e psicologiche che ne stanno alla base.

Il Master di acquamotrcità neonatale, molto seguito da chi intende operare con i bambini della fascia 0/3 anni e i loro genitori, con una sotto distinzione tra quelli più piccoli fino ad un anno di età, quelli della fascia 1/ 2 anni e quelli più grandi tra i 2 e i 3 anni.

Il Master di acquamotrcità prescolare, invece, è concepito per preparare l’operatore che sarà in grado di proporre attività in acqua rivolte ai bambini, con maggiore autonomia rispetto alla fascia precedente, anche tramite l’utilizzo di una discreta dotazione di supporti e attrezzi che permettono di ampliare le attività motorie offerte.

Un elemento comune caratterizzante i due master di acquamotrcità neonatale e prescolare è quello della previsione di sessioni pratiche in vasca con la presenza di bambini appartenenti alla fascia d’età oggetto della formazione, che darà modo ai partecipanti di iniziare ad applicare quanto analizzato durante le lezioni frontali in aula per poi farne motivo di confronto con i docenti.

Considerando la necessità da parte degli impianti natatori di poter fare affidamento su istruttori che abbiano una preparazione completa nei tre contesti applicativi dell’acquamotrcità, sono stati ideati dei Percorsi Formativi che prevedono una combinazione tra i diversi master con una serie di vantaggi sia economici, andando a ridurre l’investimento richiesto, che pratici in termini di flessibilità di partecipazione.

Ogni corso qualifica l’operatore con una certificazione riconosciuta da un EPS/CONI.

 

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