Negli “archivi storici” del fitness si possono ancora trovare le vecchie schede d’allenamento preconfezionate, che non tenevano minimamente conto di tutte quelle variabili individuali che invece hanno un enorme rilevanza. 

Erano concepite a “tavolino” tenendo in considerazione dati presuntivi legati perlopiù all’anzianità di allenamento, al genere di appartenenza e, in alcuni casi, anche agli obiettivi prefissati (aumento della forza, potenziamento muscolare, dimagrimento le più utilizzate).

Si trattava di una proposta uguale per tutti, a prescindere dalle caratteristiche individuali, dal tempo disponibile per ciascuna seduta, dalla frequenza - che al limite veniva suggerita -, dalla presenza di eventuali controindicazioni ecc.

Chi si presentava in palestra iniziava dalla scheda numero 1 per poi passare a quella numero 2 e così via, in una seguenza prestabilita di esercizi con difficoltà crescente, senza alcuna verifica preventiva circa le capacità di quel determinato soggetto di poter effettivamente rispettare quei programmi, senza alcun monitoraggio durante il periodo di validità della tabella (normalmente un paio di mesi), senza nessun confronto periodico finalizzato alla valutazione dei progressi, all’individuazione di eventuali difficoltà riscontrate nell’esecuzione dei singoli esercizi, della congruità del recupero tra una seduta e l’altra. L’istruttore in sala si limitava soltanto all’insegnamento degli esercizi previsti dal programma, realizzato dal qualcun altro, e all’assistenza agli attrezzi.

Stiamo parlando di un periodo storico che copre soprattutto gli anni ‘70 e ‘80 del secolo scorso anche se, sorprendentemente, ancora oggi in alcune realtà, specie low cost, il modello della scheda preconfezionata continua ad essere impiegato, generalmente allo scopo di incoraggiare i clienti ad usufruire del servizio aggiuntivo del personal training..

Dopodiché, a partire dai primi anni ‘90, ha incominciato a diffondersi nel nostro settore la consapevolezza dell’importanza di un approccio diverso con il cliente, volto all’individuazione di tutti quei parametri fondamentali per poter ragionare sulle effettive necessità del singolo soggetto, che non può certo essere presuntivamente considerato identico a qualunque altro soltanto in base all’anzianità di frequentazione di una palestra.

E, oltretutto, questo approccio ha permesso di iniziare a lavorare su un concetto di erogazione del servizio fitness che ne ha determinato l’accrescimento di valore, anche percepito dal cliente, in ragione di una maggiore individualizzazione dello stesso.

Il cliente non era più un numero ma una persona con un carico di bisogni e aspirazioni, di esperienze pregresse in ambito sportivo, di impegni quotidiani di cui tenere conto, di limiti e controindicazioni dovute a patologie e traumi, di caratteristiche fisiche individuali, di motivazioni e attitudine all’esercizio fisico, di tempo a disposizione. Insomma, un “mondo a sé” che rende l’individuo unico a cui non può essere proposto un programma d’allenamento standard.

La presa d’atto di tutto questo da parte dei professionisti più evoluti, preparati e orientati alla qualità del servizio ha permesso nel tempo di concepire un modello di assistenza al cliente di una palestra che negli anni si è sviluppato, aggiornato e migliorato sempre più sulla base dei riscontri ottenuti con l’applicazione pratica.

Adottato nelle palestre in cui viene garantita l’assistenza al cliente, anche fuori dal contesto del personal training - che semmai andrà a costituire un servizio di più alto valore, e costi conseguenti, sul quale potrà concentrarsi l’attività di upselling del reparto commerciale - gestito dagli istruttori di sala, ha favorito l’instaurazione di quel rapporto trainer/cliente, pilastro fondamentale del servizio fitness, che facilita relazioni proficue basate sulla fiducia e, conseguentemente, maggiori probabilità di ottenere i risultati desiderati.

Grazie a questo approccio, infatti, aumenta la compliance del cliente alle prescrizioni del trainer, quindi un più facile raggiungimento dell’obiettivi prefissati e di conseguenza la fidelizzazione al club.

Tutto questo si concretizza, nella pratica, con un metodo che prevede alcuni passaggi fondamentali:

  • prime sedute su appuntamento con il trainer;
  • acquisizione delle informazioni necessarie all’elaborazione di un programma personalizzato attraverso tre fasi: raccolta dati personali, anamnesi sportiva e traumatologica, esame obiettivo motorio;
  • insegnamento degli esercizi, correzione degli errori e informazioni di base sull’utilizzo corretto degli attrezzi;
  • Monitoraggio Periodico Programmato. 

L’ultimo punto, quello del Monitoraggio Periodico Programmato, è un confronto tra istruttore e cliente sulla base dell’esperienza maturata fino a quel momento, in cui ci si concentra su tutti i principali fattori determinanti per il risultato - allenamento, frequenza, recupero, alimentazione - ma anche volto a far emergere eventuali criticità che, se trascurate, potrebbero portare all’abbandono della palestra.

Questo è un momento fondamentale nel rapporto trainer/cliente che va a rinforzare il legame di quest’ultimo con il club perché arricchisce di contenuti questa relazione, in cui il cliente si sente veramente al centro dell’attenzione, ascoltato, compreso nelle sue difficoltà, e che rende imprescindibile la presenza umana, assolutamente insostituibile.

Negli anni sono stati sviluppati software ed app che hanno supportato il trainer nel suo lavoro, facilitando e velocizzando i diversi processi di erogazione del servizio, con il pregio di potersi concentrare meglio sulla relazione con il cliente, sugli aspetti psicologici che richiedono una preparazione e una sensibilità che una macchina non può ancora avere.

L’intelligenza artificiale è in grado di surrogare efficacemente l’uomo in molti compiti, anche nel nostro settore e anche nell’allenamento in palestra ma non può ancora sostituirsi ad esso nei rapporti interpersonali che possono dare valore all’esperienza vissuta dal cliente in palestra, al di là dei risultati pratici effettivamente ottenuti.

La programmazione dell’allenamento in palestra non deve quindi essere ridotto ad un mero elenco di esercizi, quasi fosse una lista della spesa, ma è parte di quel lavoro che il trainer condivide con il cliente che produce risultati che vanno molto al di là delle apparenze.

 

 

FORMAZIONE FITNESS TRAINER

Tutti questi temi troveranno spazio nelle lezioni dei corsi di formazione per fitness e personal trainer, in programma nelle prossime settimane, nei quali l’aspetto dell’assistenza al cliente è focale perché fondamento del servizio erogato in palestra.

In ciascun livello dei tre previsti, verranno dedicate lezioni proprio su questi argomenti, in cui i corsisti apprenderanno le conoscenze e le competenze tecniche e relazionali per offrire un servizio di qualità.

Corso per fitness trainer 1° livello

Corso per fitness trainer 2° livello

Corso per personal trainer

 

 

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