Per i carichi a cui è sottoposto e per la funzione motrice che assume, il ginocchio risulta essere l’articolazione più a rischio di traumi e processi degenerativi, di cui occuparsi anche attraverso il recupero funzionale.

Ci stiamo accorgendo come negli ultimi anni il numero di patologie del ginocchio sia aumentato a qualsiasi livello soprattutto per ciò che riguarda gli atleti, vuoi in seguito alla scelta di immobilizzazione delle caviglie o in seguito all’aumento di stress articolare per la maggiore velocità di esecuzione dei gesti o per l’aumento degli impegni agonistici.

Anche la mancanza di una adeguata attività di sostegno muscolare nei sedentari (impiegati, cassieri...) o in particolari attività lavorative (piastrellisti, elettricisti) provoca logoramento e stress in questa articolazione, rendendola vulnerabile oltre misura a danni più o meno gravi.

In queste pagine valuteremo brevemente le patologie a carico dei menischi, seguendo la percentuale di probabilità di dovercene occupare in palestra.


COSA SONO

Sono infiammazioni o danni portati ai menischi da situazioni in cui la pressione del femore sulla tibia non si scarica perfettamente al centro della forma semilunare del menisco ma nella parte più esterna anteriore, posteriore e laterale.

Le sindromi comportano essenzialmente un’infiammazione della zona sottoposta ad una pressione anomala e continua; se non vengono trattate con adeguata terapia fisica evolvono col passare degli anni in lesioni degenerative (oltre i 40 anni) anticamera di rotture parziali e complete e di processi artrosici.


COSA LE PROVOCA

Le lesioni sono generalmente provocate da un trauma violento e improvviso in torsione (iperestensione del ginocchio, con piede e quindi tibia bloccati in rotazione). Le lesioni del menisco possono localizzarsi nella parte centrale (corpo) anteriore (corno anteriore) o posteriore (corno posteriore) a seconda del tipo di movimento che le provoca.

La più comune è la lesione del menisco mediale perché questo è il più sottoposto a sovraccarichi laterali e perché l’incidenza dei traumi in valgismo è maggiore. Dei diversi tipi di lesione la più comune è quella del corno posteriore che può diventare con traumi più importanti o ripetuti quella definita “a manico di secchio “ determinando un distacco della porzione più interna  del menisco, libera di muoversi verso il punto d’incontro tra condilo femorale e piatto tibiale creando un vero e proprio blocco articolare.


COME SI RICONOSCONO

La situazione più classica è: dolore in una zona precisa sul lato del menisco coinvolto, idrarto e blocco all’estensione. Non sempre però i tre sintomi compaiono contemporaneamente. In questo caso è importante conoscere i test che ci permettono di verificare una patologia meniscale.

MC MURRAY TEST: a paziente supino con angolo coscia/busto di 90°, si porta il ginocchio in massima flessione e sostenendo il piede lo si porta da abduzione ed extrarotazione ad abduzione e intrarotazione. Ripetendo la manovra a diversi gradi di flessione del ginocchio fino a 90° un eventuale scatto accompagnato da dolore nell’emirima articolare mediale o laterale testimonia una patologia del menisco corrispondente.
 
APLEY TEST (o GRINDING TEST): a paziente prono e ginocchio flesso a 90° si esegue una manovra simile al test di McMurray ma premendo sulla pianta del piede verso il basso. Se il dolore è evocato nell’extrarotazione è il menisco mediale che risulterà leso e viceversa.

STEINMANN TEST: a paziente seduto con gamba libera a 90°, con la coscia ferma, si ruota internamente ed esternamente la tibia; evocando il dolore in una delle due posizioni esterne riconosceremo una possibile lesione meniscale.

Questi tre test  ci  danno sempre  una buona  indicazione  nelle lesioni  meniscali ma attenzione: vanno sempre associati a test specifici per i legamenti poiché in caso di lesione di questi ultimi il dolore verrebbe evocato ugualmente.

Rimangono nell’iter dignostico la TAC e l’artroscopia che danno maggiore sicurezza dell’indagine e nel, caso dell’artroscopia, la possibilità di intervenire direttamente sulla lesione.


LA RIABILITAZIONE

I tempi di recupero sono differenti per le varie patologie del menisco e per l’obiettivo che si pone il paziente. Si passa dalle 2 settimane dopo una meniscectomia selettiva in un sedentario (3-4 settimane per un atleta) ai 3 mesi per una sutura meniscale di un atleta (2 mesi per un sedentario). Rimane comunque per tutti un obiettivo primario: recuperare completamente mobilità, forza e coordinazione motoria (propriocezione) poiché un deficit protratto nel tempo provocherà un consumo accelerato di alcune strutture esponendo il paziente al rischio di successive patologie articolari.

Perciò partendo da movimenti di mobilizzazione attiva, si passerà al rinforzo isometrico o all’elettrostimolazione. Nella fase successiva si inserirà il lavoro isotonico e propriocettivo per terminare con esercizi dinamici e sviluppo della forza eccentrica.


INTERVENTO DI MENISCECTOMIA IN ARTROSCOPIA
Programma post operatorio immediato

IN CLINICA

Al termine dell’intervento il chirurgo applica un bendaggio compressivo elastico che non dovrà essere rimosso fino al controllo successivo. Il chirurgo fornirà la prescrizione con l'approccio terapeutico che dovrà essere seguito a casa. Una volta dimesso dalla Clinica il paziente  dovrà camminare con le stampelle, evitando di caricare l’arto operato per le prime 12 ore: il periodo di carico parziale potrà variare a seconda dei casi e verrà indicato dal chirurgo al momento della dimissione.

A CASA

•Mantenere l’arto elevato, sdraiandosi sul letto e ponendo alcuni cuscini sotto la gamba operata.
•Applicare la borsa del ghiaccio per 30 min. ad intervalli di 3 ore per le prime 48 ore.
•Riprendere un cammino normale nel giro di 2 giorni (salvo indicazione diversa).
•Evitare attività che possano sforzare il ginocchio.
•Non rimuovere o bagnare la medicazione applicata.
•Seguire una dieta a base di liquidi e cibi facilmente digeribili per le prime 48 ore.
•Evitare fumo ed alcolici, non guidare od utilizzare macchinari pericolosi nelle prime 48 ore.

 

Se vuoi approfondire questo argomento partecipa al Master di traumatologia e ricondizionamento muscolare

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Estratto dal manuale del Master di traumatologia e ricondizionamento muscolare dello stesso autore


a cura di S.Artuso
Laurea in Scienze Motorie
Esperto in rieducazione funzionale post infortunio


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